Va dato merito alle Edizioni Solfanelli di puntare sui racconti di qualità; e meritoria è la sua azione che ha portato nelle librerie italiane la prosa, le idee e la capacità di avvincere di un autore di vaglia come Henry James, uno dei grandi della letteratura americana dello scorso secolo, cantore di un mondo che assisteva all’ascesa del Nuovo (l’America) ed al declino del Vecchio (l’Europa).
Il romanzo L'Holbein di Lady Beldonald non sfugge a questa contrapposizione, forse mai del tutto risolta in Henry James, contrapposizione che lo ha portato ad essere il sottile e feroce indagatore dell’animo e della psicologia umana.
L’anziana, anonima dama di compagnia di una Lady americana inserita nell’alta società londinese viene improvvisamente “scoperta” dagli artisti dei salotti à la page come incarnazione vivente di un quadro di Holbein. Per una stagione, come un effimero fenomeno di costume, la donna vive un inaspettato “successo di bellezza” proprio al tramonto della propria vita, scatenando peraltro invidie e gelosie, a partire dalla propria protettrice. Il piccolo, bizzarro caso aneddotico si fa dramma e muta infine in tragedia.
Ma, come spesso accade in Henry James, la trama è solo un pretesto per una descrizione corrosiva, impietosa dell’ambiente della upper class a cavallo tra Ottocento e Novecento. Alla disgregazione di un ordine sociale e di una visione del mondo, che di lì a poco sfocerà nel primo conflitto mondiale, fa da specchio la scrittura jamesiana, tortuosa nel voler riprodurre la totale soggettività del punto di vista
Henry James L'HOLBEIN DI LADY BELDONALD
Traduzione e Presentazione di Sandro Naglia Edizioni Solfanelli
http://www.edizionisolfanelli.it
Nato da una ricca famiglia di intellettuali, fratello del filosofo e psicologo William James e della scrittrice Alice James, Henry James (New York, 1843 - Londra, 1916) è stato uno scrittore, commediografo e critico letterario. Dopo frequenti viaggi in molti paesi europei in gioventù (che fornirono molto materiale ai suoi romanzi), James nel 1876 si trasferì in Inghilterra, pur ritornando in America più volte fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, dopo il quale prese definitivamente la cittadinanza britannica.
Fu autore molto prolifico: in tutto scrisse ventidue romanzi (di cui due incompiuti), centododici racconti, letteratura di viaggio, biografie e autobiografie, oltre ad alcune opere teatrali e a un larghissimo numero di saggi e articoli.
Contribuì significativamente alla critica letteraria coniando la teoria secondo cui gli scrittori debbono presentare, attraverso le loro opere, la propria visione del mondo; in questo senso è significativa la sua opera di romanziere: l’uso del punto di vista, del monologo interiore e dei vari tipi di narratore ebbe un’enorme influenza sul romanzo novecentesco.
Tra le sue opere più celebri: Daisy Miller (1878), Ritratto di signora (1881), Il carteggio Aspern (1888), Che cosa sapeva Maisie (1897), Il giro di vite (1898), La bestia nella giungla (1903). Tra il 1907 e il 1909 le sue opere furono pubblicate a New York in un’edizione in ventiquattro volumi contenenti importanti Prefazioni scritte dall’autore.
Massimo Bencivenga |